Garlic and Gasoline | Brian Keith Stephens
A tre anni dal debutto nella sua Galleria italiana, l’americano Brian Keith Stephens torna da PUNTO SULL’ARTE con una personale di inediti. Fedele alla sua pennellata materica, vibrante, pulviscolare, figlia di un immaginario che affonda le radici nell’Impressionismo e nel Postimpressionismo, l’artista rinnova tuttavia il suo sguardo sulla natura. Da un lato con l’inserimento del paesaggio libero da figure e con la natura morta, dall’altro con un nuovo modo di trattare il suo soggetto prediletto: l’animale. Spogliati del naturalismo delle opere precedenti, ora i suoi ghepardi, gli elefanti, le zebre giocano con la nostra percezione sdoppiandosi nella specularità, reiterandosi in moduli, apparendo come figure di una processione su orizzonti ribassati scanditi da palme o stagliandosi su pattern incongruenti che ne enfatizzano la portata allegorica. Risulta così rafforzato il racconto sottotraccia – quello che da sempre si legge in filigrana nella pittura dell’artista – di una simbologia che intende delineare, attraverso la presenza dell’animale, psicologie e caratteri umani.
Da qui anche il titolo, enigmatico e misterioso come spesso accade nei dipinti dell’artista. “Garlic and gasoline” (aglio e benzina) rappresentano due passioni: quella per il buon cibo e quella per le auto. Passioni maschili per antonomasia che l’artista fa sue. Sono anche, però, i due estremi di un modo d’essere: la calma di un pasto tra amici da un lato, la velocità di una corsa dall’altro. Modi d’essere che sulle tele hanno le sembianze di volta in volta di una tranquilla tartaruga, magari, o di una volpe dalle movenze nervose.
Pubblicato il 17/05/2023
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